lunedì 17 ottobre 2011

Le belve

Autore: Don Winslow
Origine: Usa
Editore: Einaudi
Anno: 2010 (in Italia 2011)




La trama (con parole mie): Ben e Chon sono due veri portenti. Indubbiamente. A meno di trent'anni sono milionari grazie alla coltivazione e al commercio di un'erba potentissima e dai molteplici effetti elaborata da loro e divenuta un vero e proprio must sulla costa californiana.
Ben, sensibile genio economico, quando non segue il suo commercio è in giro per il mondo cercando di salvare chi ha avuto più sfortuna di lui, e sogna di convertire la sua attività in una nuova impresa legata alle energie rinnovabili.
Chon, invece, è duro come l'acciaio: reduce di Iraq e Afghanistan, muscoli tesi e freddezza da killer.
Un vero e proprio schiacciasassi di quelli che è sempre meglio avere accanto, e non contro.
E poi c'è Ophelia.
La tipica bellezza californiana: giovane, entusiasta e piena di vita.
Ophelia, detta O, ama Ben come Chon, e con loro si concede serate memorabili tra l'oceano, l'erba, buon cibo, alcool e scopate da urlo.
Tutto pare perfetto, fino a quando entra il gioco il grande cartello messicano della droga.
Perchè in tempi di crisi, un mercato come quello di Ben e Chon è troppo appetitoso per essere lasciato in mano a due "privati".
Per i nostri è la fine del sogno, e l'inizio della guerra.



L'ultima fatica di Winslow è stata davvero una sorpresa, pur se non nell'accezione positiva del termine.
Il vecchio Don, uno dei miei riferimenti assoluti rispetto alla narrativa americana attuale, autore di un Capolavoro come Il potere del cane, torna dopo la splendida escursione nel mondo dello spionaggio classico di Satori alle spiagge dell'amata California e al traffico di droga, quasi a voler battere le stesse strade che, qualche anno fa, l'avevano portato alla ribalta assoluta come vera e propria icona della crime story.
Occorre, però, prima di continuare, fare una premessa: i diritti cinematografici di Le belve - adattamento non proprio azzeccato dell'originale Savages - sono già stati acquistati da Oliver Stone, che è al lavoro ormai da qualche mese sulla trasposizione cinematografica di questo lavoro di Winslow.
Ma per quale motivo è così importante segnalare la futura versione su schermo di questo romanzo?
Semplicemente perchè, più che una storia nata dall'ispirazione dello scrittore, Le belve appare più come una sorta di sceneggiatura pronta per l'uso, un gioco da supergiovani alternativi o presunti tali in pieno stile Palaniuk o Easton Ellis dei peggiori, tanto da tenermi sul filo fino alla conclusione a proposito della decisione da prendere per il suo voto: essere tutto sommato buoni ed affibbiare i due whisky - come poi è stato - affermando semplicemente che si tratta del lavoro più scialbo ed autocompiaciuto di Winslow che mi sia capitato di leggere o bottigliare selvaggiamente quello che era uno dei miei scrittori di riferimento?
In questo senso, è davvero un peccato, infatti, pensare che il responsabile della sequenza straordinaria dedicata alla notte d'amore tra Nora e Sean nel già citato Il potere del cane sia lo stesso che descrive amplessi in stile film porno - fatto salvo per la notte in cui i tre protagonisti decidono finalmente di rompere gli argini e farlo in tre - con un piglio da quasi sessantenne che ancora vuole mostrare al mondo che gli funziona alla grande, o che l'uomo che ha descritto la sequenza di combattimento di Hel catturato dagli agenti russi in Cina abbia deciso di dedicare due pagine due ad un elenco in ordine alfabetico delle marche di abbigliamento più alla moda per giustificare l'amore per lo shopping di Ophelia.
Non si fa, caro Donnie. Che te lo dico a fare.
Le belve è più che altro una sorta di action movie in salsa surf che stenta a decollare, e pare più che altro come uno di quei film da finto scalpore che tanto vorrebbero fare il verso ai veri portabandiera del genere: peccato, perchè i momenti interessanti non mancano - uno tra i migliori, il riferimento da entrambe le parti della barricata al concetto di "selvaggi" come da titolo originale -, e se Winslow avesse deciso di scrivere davvero questo romanzo invece che affidarlo alle pretenziose mani del suo ego da ventenne dei bei tempi, l'escalation sarebbe risultata certamente più efficace, e seppur non all'altezza dei suoi lavori migliori, avrebbe portato a casa il risultato più importante con il minimo degli sforzi.
Le stesse caratterizzazioni dei personaggi, dai protagonisti alla Rejna Elena, da quello che dovrebbe essere il terrificante Lado - charachter telefonatissimo - all'irritante Paqu - scontata e ridondante come la peggiore delle tardone da salotto - mancano del mordente da sempre presente nei lavori dell'autore, non lasciando traccia alcuna nel cuore e nei ricordi del lettore.
Da te, caro Donnie, ci si aspetta decisamente altro. E decisamente di più.
Che te lo dico a fare.

MrFord

"Once three friends
sweet in sadness
now part of their past.
In the end
full of gladness
went from class to class."
Gentle giant - "Three friends" -

12 commenti:

  1. Sembra il destino di alcuni autori quello di piazzare (forse per necessità editoriali) qualche volumetto scialbo qua e la in carriera, avvalendosi soprattutto di una incredibile capacità narrativa che fa scorrere anche storie meno convincenti. Immagino che arrivare a fine mese sia dura per tutti, per cui aspettiamo il prossimo. (Anche a me Winslow piace)

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  2. Gae, credo che alcuni autori, una volta diventati "grandi", decidano deliberatamente di concedere qualche marchetta ogni tanto, giusto per gonfiarsi un pò il portafoglio.
    Non nego che, nella loro situazione, potrei fare lo stesso anche io. :)

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  3. Troppo cattivo, daiiiii... Povero Don, direi che gli si può perdonare qualche venialità! Alla fine si tratta di un libro assolutamente godibile e divertente, c'è un passaggio attorno alla fine (poco prima dell'incontro) che è da brividi... Poi che effettivamente siano usciti tipo 3 libri in un anno, fa strano, però...

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  4. le belve?
    se il titolo fosse al singolare, penserei di trovarmi di fronte alla tua prima autobiografia :D

    comunque di donnie ce n'è uno solo. e non è certo winslow ahaha
    (e no, nemmeno donnie brasco)

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  5. Tom, te l'avevo già anticipato. A me è sembrata una bella marchettona bella e buona ben sapendo che Stone ci avrebbe fatto un film.
    Che poi sicuramente vedrò, come ho letto il libro, ma siamo assolutamente lontani da Il potere del cane.

    Cannibale, Donnie è Brasco. E nient'altro. :)

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  6. Conoscendoti, immaginavo l'avresti pensata così... Poi ci ritroviamo sicuro vicini di posto al cinema! :D
    Ai livelli de Il Potere del Cane, per me non ci arriverà più... Anche se spero di essere smentito!

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  7. Ecco,lo aspettavo con ansia ed ora so che mi ritroverò tra le mani un libriccino scritto per raccimolare 4 soldi?!
    rimanendo al vecchio don,ho letto le tue belle recensioni su il potere del cane(mitico!) e satori(super!)...hai letto anche il libro ispiratore di trevanian?io ho trovato straordinario anche quello!!
    massimiliano

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  8. Tom, io spero sempre che possa tornarci, a quei livelli. Staremo a vedere. Intanto, ci si vedrà al Cinema! ;)

    Massimiliano, Il potere del cane e Satori sono due romanzi straordinari: Trevanian è lì che mi aspetta, sarà la prossima lettura appena avrò terminato Nemesi di Nesbo. Sono molto curioso in proposito!

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  9. Tommy boy, io la mail ora te la manderei anche, ma la tua vecchia non funziona più!?!?

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  10. mai letto nulla di winslow pur avendo da tempo adocchiato i precedenti... spero di riuscire a recuperarli prima o poi!

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  11. Ottima recensione,come sempre,MrJamesFord, ma come già sai sul libro la pensiamo diversamente.Ad ogni modo, ci unisce l'amore per un grande.:)

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  12. Frank, recuperali: Winslow è un grande!

    Blackswan, muchas gracias! Ricordavo che su questo romanzo la pensavamo diversamente, ma il vecchio Don resta un grandissimo!

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