venerdì 14 aprile 2017

Perfect Day (Fernando Leon De Aranoa, Spagna, 2015, 106')




Senza dover tornare con la memoria ai telegiornali, alle canzoni ed alle terrificanti notizie che giungevano da questa parte dell'Adriatico ai tempi del conflitto in seno all'ex-Jugoslavia, i miei ricordi più vividi rispetto a quello che accadde sui Balcani all'inizio degli anni novanta hanno radici più recenti, con la scoperta del cinema di Kusturica - che, in coda al conflitto, realizzò alcuni dei più grandi film di fine Millennio, su tutti il Capolavoro Underground - ed il rapporto di amicizia e professionale che mi legò ad un paio di disegnatori provenienti da quelle zone con i quali lavorai nel mio periodo da sceneggiatore di fumetti, più o meno tra il duemiladue ed il duemilasei.
Uno di loro, Zoran, accanto al quale pubblicai il mio lavoro più "lungo" in termini di pagine per una casa editrice di Novara, Lo Sciacallo Elettronico, originario di Sarajevo e fuggito prima in Svizzera e dunque in Italia all'inizio della guerra, era un personaggio curioso: puntuale allo sfinimento - ricordo le scenate che faceva per i miei ripetuti ritardi agli appuntamenti -, cinefilo accanito, fisicamente ed apparentemente innocuo eppure con una carica quasi violenta dentro da fare spavento, gelosissimo della sorella, grande bevitore almeno per me che, ai tempi, quasi non toccavo alcool.
Proprio questa sera, ricordando i vecchi tempi grazie a questo post, l'ho googlato giusto per capire che cosa stesse combinando, ma non avendo Facebook ho potuto solo constatare che fisicamente non è cambiato, baffi a parte.
Sinceramente, non so se potrebbe apprezzare fino in fondo un film come Perfect Day, senza dubbio un lavoro che, inevitabilmente, essendo frutto di una produzione "straniera" - il regista è quello dell'ottimo I lunedì al sole, ma il cast è assolutamente eterogeneo, tra Europa e USA -, mantiene sul conflitto dei Balcani un'ottica che, probabilmente, i locali e chi l'ha vissuto sulla pelle non potranno mai concepire fino in fondo, e viceversa, eppure, con tutti i suoi limiti, appare funzionale e quantomeno non eccessivo nel raccontare una guerra da un punto di vista - quello degli operatori umanitari - per l'appunto "internazionale" e da stranieri ma non per questo non coinvolto da quanto accadeva ai tempi nelle città ed in provincia nelle zone più calde della fu Jugoslavia.
L'alternarsi di momenti grotteschi e quasi comici - il rapporto "sentimentale" tra Del Toro e la Kurylenko - ed altri assolutamente drammatici - la visita alla casa del piccolo Nikola -, culminati con un finale legato da un lato alla "sconfitta" degli operatori e dall'altro alla rivincita della Natura e del caso rispetto ai civili vere vittime di conflitti come quello che percorse l'ex-Jugoslavia, funziona e coinvolge pur mantenendosi su livelli discreti di artigianato cinematografico, consegnando all'audience un prodotto che non rivoluzionerà o sarà destinato all'eterna memoria ma che riesce a rendersi umano proprio nel suo essere piccolo e vissuto.
Guardandolo, nel corso di un sabato pomeriggio travolto dalle sessioni di gioco con entrambi i Fordini, e godendomelo almeno in parte, ho ripensato con piacere al fatto che Zoran ce l'abbia fatta a scamparla, ed a quanto si sarebbe lamentato di questo titolo, così come quanto mi sarebbe piaciuto provocarlo fino a farlo arrivare al limite - ricordo quando, una volta, dopo averlo stuzzicato a dovere rispetto al suo idolo Tarantino, minacciò di spaccarmi un boccale di birra in faccia -.
Ed è bello sapere che, qualche volta, anche nel peggiore dei momenti, possa arrivare un "perfect day" a regalare un pò di speranza.




MrFord




16 commenti:

  1. Un piccolo film che riesce nei suoi intenti e arriva al cuore di chi guarda. A dimostrazione che in questi ultimi anni il cinema spagnolo vive un momento di grazia.

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    1. Piacevole, per quanto possa essere definito così un film del genere, e molto umano.
      Tanto basta.

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  2. Non mi era affatto dispiaciuto. Disincantato.

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  3. A me non ha convinto tantissimo, un po' assurdo e alquanto grottesco in situazioni sbagliate, anche se si lascia vedere abbastanza facilmente ;)

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    1. Beh, le virate sul grottesco le sfruttava anche Kusturica, e penso in un contesto come quello, possano anche avere molti fondamenti di verità.

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  4. A me è piaciuto molto, proprio per via di questi contrasti tra momenti grotteschi e drammatici, mi ha fatto sorridere facendomi arrabbiare e indignare allo stesso tempo. Tim Robbins straordinario :)

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    1. Il film è interessante, per quanto non indimenticabile, e molto meglio di quanto mi aspettassi.
      Non sarà Kusturica, ma funziona.

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  5. Piccolo film, sì, ma molto umano e fortunatamente non così buonista come potrebbe sembrare. Insomma, mi ha convinto parecchio nel suo equilibrio tra dramma e ironia.

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    1. Hanno gestito bene il tutto, e pur non tirando fuori chissà quale cult, non sono caduti nelle trappole più scontate del genere.
      Bene così.

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  6. Sarebbe interessante leggere le tue sceneggiature dei fumetti, giusto per stroncarle come si deve. XD
    Il film invece non mi sembra mi possa interessare più di tanto. In ogni caso mi unisco alle minacce di Zoran se parli male di Tarantino (ultimo film a parte). :)

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    1. Ahahaha beh, se mi dai il tuo indirizzo vengo a portarti qualche albo dei miei! ;)

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    1. Vero: un pò troppo in sordina.
      A saperlo, l'avrei recuperato molto prima.

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