martedì 21 febbraio 2017

Moonlight (Barry Jenkins, USA, 2016, 111')




Quanti dolori, piccoli e grandi, nasconde una crescita? Una vita?
Quanto momenti e situazioni ci paiono insormontabili ad un'età per apparire quasi uno scherzo ad un'altra? E quanto di come siamo stati o siamo diventati è influenzato da quello che abbiamo vissuto, dalla strada che abbiamo percorso?
Di norma, associamo i nostri ricordi o i momenti più importanti ad un momento, una canzone, un film, una fotografia, un colore che ci riportino a quando quella ragazza ci appariva il potenziale amore imperituro, o quello con cui passavamo i pomeriggi al parco a far finta di realizzare grandi sogni come il migliore amico di sempre e per sempre.
Eppure, ogni giorno che passa, pur rimanendo noi stessi, finiamo per essere sempre diversi, non tanto perchè cambiamo, quanto perchè, come cantava Bowie, "Time may change me".
O meglio, quello che il tempo ci porta.
Ai tempi dei primi due anni delle superiori - credo i peggiori che abbia vissuto nella vita, in termini intimi e personali - ero timoroso, chiuso e timido, reagivo solo lasciando trapelare in parte la rabbia che provavo dentro, ero il più basso della classe ed un vero fuscello.
Ricordo quando una volta, mentre eravamo in palestra, venne a cercarmi la compagna che mi piaceva di più: i miei "amici" di allora, altri sfigati come me, si prodigarono in buffetti e complimenti, e quando fummo soli, lei non fece altro che chiedermi gli appunti di non ricordo pure quale materia, senza neppure sforzarsi troppo a farmela in qualche modo annusare.
Chi funzionava, allora - considerato lo standard della classe in cui ero -, era un ragazzo che faceva soldi presumo spacciando fumo in zona, che nei tre anni che condivisi con lui mi regalò solo due quasi magie, consigliando ad una ragazza che mi piaceva di mettersi con me - e pensare che io lo detestavo, e cercavo di parlarci il meno possibile - ed una testata in faccia al leccaculo della classe, al terzo anno.
Ricordo anche che, proprio in quel periodo, ebbe un terribile incidente in motorino: stampelle per mesi, denti rotti, diverse fratture. E ricordo che non fui dispiaciuto. Anzi.
Qualche anno fa, per caso, ci incontrammo a Milano la vigilia di natale.
Era imbolsito, aveva perso i capelli, zoppicava ancora e di sicuro non era diventato il boss della droga neppure di una qualche zona di periferia.
Chi mi conosce ora, invece, quasi non crede che io sia ancora quel ragazzino.
Ora che cerco di trasformare la rabbia che avevo in pazienza nello spiegare ai Fordini tutto quello che posso in modo che possano pensare di aver ricevuto qualcosa da me, ed evitarsi almeno qualcuno tra quei momenti in cui ti senti così profondamente sbagliato.
Ora che ho venticinque centimetri e trenta chili in più, i tatuaggi, un certo look, e finisco per risultare, almeno per chi non mi conosce, l'apparente spacciatore.
Nel corso della visione di Moonlight mi sono specchiato in Chiron e ritrovato in Juan, ho odiato Paula e pensato che, fossi stato proprio Chiron, non mi sarei limitato - SPOILER - ad aggredire il bullo che mi perseguitava: l'avrei ammazzato, quel sacco di merda, non avendo niente da perdere.
Nel corso della visione di Moonlight ho visto un "giovane" regista - siamo praticamente coetanei - raccontare una storia con una passione straripante, che prescinde lo stile jazz della narrazione, la fotografia ed i colori.
Nel corso della visione di Moonlight, ho rivisto e sentito tutto il carico da novanta di cose come Guida per riconoscere i tuoi santi.
Le cose che conoscono tutti quelli che si sono dovuti guadagnare, a prescindere dai drammi, ogni pezzetto minuscolo di ciò che sono, anche quando, per farlo, hanno dovuto diventare "cattivi".
Nel corso della visione di Moonlight ho pensato, per un attimo, che non ci sarà gara tra un titolo come questo e cose enormi come Arrival e La La Land.
Eppure, cazzo.
Questo film ha i muscoli.
E se li è tutti guadagnati.
Ed è giusto coccolarlo, abbracciarlo, toccarlo, sentirlo.
Perchè sono cose che chi ha fatto un certo percorso non lascia fare a quasi nessuno.




MrFord




18 commenti:

  1. Non lo so,per quanto ne senta parlare bene,non riesce ad interessarmi più di tanto.Se me lo propone il Khal,al limite...

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    1. Non penso te lo proporrà mai.
      Ad ogni modo, secondo me merita parecchio.

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  2. Bellissimo pezzo, Ford.
    Film che mi è piaciuto parecchio, anche se mi è mancata la morsa allo stomaco. Forse è troppo distante da noi, per contesto, però le storie di ricerca e identità (non esclusivamente sessuale) toccano tutti. E il film è delicatissimo, non inciampa mai nei cliché, e forse lo è fin troppo. Però quel finale, quel girare intorno all'argomento per pudore... Solo il grande cinema indipendente sa come si fa. Se vincesse (pur avendo preferito i dolori senza sconti di Lonergan), non mi dispiacerebbe. :)

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    1. A me, invece, ha colpito moltissimo: rispetto a Manchester - dato che di dolori si parla -, per me vincono quelli di Chiron.

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  3. Splendida recensione, si vede che ti ha toccato nel profondo. Sono contenta che Moonlight non abbia ricevuto bottigliate, come paventato nel commento al mio post :P

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    1. Sono felicissimo anch'io: è bello quando un film ti entra dentro.

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  4. E così anche tu, come il protagonista del film, ti sei trasformato dall'essere un piccolo Little a un massiccio 50 Cent. :)

    Però, chissà, forse eravate entrambi meglio quando i muscoli non li avevate... ;)

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    1. Questo non saprei davvero chi potrebbe dirlo.
      Di sicuro, seguendo percorsi diversi, abbiamo subito metamorfosi simili. ;)

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  5. Mi è molto piaciuto, ma anche secondo me agli oscar resta fuori dai giochi, anche se Mahershala Ali mi ha convinto parecchio.

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    1. Concordo al massimo.
      Non vincerà, ma sarà un peccato. E Ali è fenomenale.

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  6. Quello che mi ha colpito di più del film, in realtà, è la storia d'amore nascosta ma viscerale, che accompagna per i suoi cambiamenti Chiron.
    Due punti di vista diversi, i nostri, per definire questo piccolo film, un gran film.

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    1. Verissimo: è l'outsider per eccellenza di questi Oscar. Non posso fare altro che tifare per lui. :)

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  7. non l'ho ancora visto, ma non vedo l'ora...
    quest'anno, sono candidati all'Oscar film decisamente interessanti, e questo è l'ennesimo esempio che mi incuriosisce non tanto... di più!

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    1. Effettivamente è una buona annata, titolo più, titolo meno.
      Speriamo non diano premi a caso. ;)

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  8. Bel film davvero, soprattutto dal punto di vista registico mi è davvero piaciuto. È anche un film che usa la retorica in maniera un po' furbetta, e questo all'Academy piace sempre...

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    1. A me è sembrato più di pancia che furbo.
      Ad ogni modo, gran bel film davvero.

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  9. Una storia universale, che molti possono sentire propria. Semplice, piccolo piccolo in confronto agli altri filmoni con cui ha gareggiato, ma che è riuscito a farsi largo con questi titoli, a prevalere, a farsi sentire, a dire "ci sono anche io!", come non è mai riuscito a fare Chiron.
    Un film che mi ha colpito anche perché si nota il sentimento enorme con cui è stato diretto, scritto e recitato.

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    1. Verissimo: anche per questo non ho sentito affatto la presunta connotazione politica del film.
      E' una storia di formazione semplice ed universale, con un sacco di cuore.

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