mercoledì 21 gennaio 2015

These final hours

Regia: Zak Hilditch
Origine: Australia
Anno: 2013
Durata:
87'




La trama (con parole mie): a seguito di un'immane ed imminente catastrofe, la Terra si prepara a vivere il suo suo ultimo giorno. Nei dintorni di Perth, in Australia, un giovane uomo ossessionato dall'idea di non voler soffrire nel momento della morte abbandona l'amante, che scopre essere incinta, per tornare ad una festa selvaggia in città dove lo attende la fidanzata. 
Quando, per caso, si imbatte nella piccola Rose, che ha smarrito il padre e si trova preda di due psicopatici, James - questo il nome dell'uomo - decide di salvarla ritrovandosi, ora dopo ora, a proteggerla ed avvicinarsi a lei come se fosse un fratello maggiore, o un genitore.
Proprio il rapporto con Rose cambierà le priorità dello stesso James, che a ridosso della fine deciderà di correre contro il tempo per poter sistemare, almeno idealmente, tutti i suoi sospesi.








Di tanto in tanto al Saloon come, penso, in qualsiasi altro luogo di ritrovo di appassionati della settima arte, si sente il bisogno come l'aria di titoli che possano in qualche modo far rifiatare il cervello senza per questo essere necessariamente dei monumenti al trash, o schifezze atomiche in grado di scatenare tempeste di bottigliate: è il caso di prodotti come These final hours, giocattolone survival di atmosfera apocalittica made in Down Under - e tutti voi sapete quanto io ami l'Australia - tagliato con l'accetta, girato in una sorta di ipotetico quasi tempo reale e recitato da cani che, con tutti i suoi difetti, è riuscito ad intrattenermi per un'ora e mezza quasi senza pause, come di norma solo gli horror ben fatti o i miei cari action anni ottanta riescono a fare.
Giocato interamente sulla riflessione legata alla follia collettiva che si scatenerebbe a fronte della certezza della fine della Terra - o quantomeno, di noi che la popoliamo - e sulla crescita umana del protagonista - James, tra l'altro, cui presta volto ed una notevole fisicità Nathan Phillips, che una decina d'anni fa interpretò il sopravvissuto del primo Wolf Creek - il lavoro di Zak Hilditch, per quanto piuttosto semplice, porta a casa la pagnotta grazie ad un pizzico di follia da horror - il setting ricorda molto quello dei più recenti zombie movies, da 28 giorni dopo in poi -, un pò di sano pulp - la liberazione di Rose da parte di James ed il confronto tra quest'ultimo, la sua fidanzata, il fratello di lei e la scombinata in cerca della figlia pronta a mettere gli occhi sulla giovanissima protetta del protagonista - ed un'atmosfera che, seppur di fatto ludica, finisce per essere in grado di stimolare riflessioni non da poco nel pubblico.
Cosa fareste, infatti, voi, una volta presa coscienza della certezza di un'apocalisse incombente? Personalmente, non penso mi rifugerei nel suicidio come molti dei personaggi mostrati nel corso di questi tiratissimi novanta minuti, o nella follia - sia essa omicida, come nel caso del primo uomo incontrato da James una volta lasciata la casa della sua amante, o semplicemente sconnessa, si veda il fratello della fidanzata del main charachter -, quanto più in un buon pranzo consumato alla presenza delle persone che amo e di una robusta dose di alcool - in questo senso, Rose e la madre di James risultano i charachters più equilibrati ed umani della pellicola -: certo, parlare a mente fredda è sempre cosa facile, e non si può mai sapere quello che accadrebbe in una situazione di quel genere - la stessa "metamorfosi" di James, partito come una sorta di sballato in fuga dalle responsabilità e terminata con una fin troppo sopra le righe dichiarazione d'amore di fronte alla fine, ne è la dimostrazione -, eppure il fatto che un film di grana grossa come questo riesca quantomeno a solleticare corde certamente importanti senza per questo perdere dal punto di vista del puro intrattenimento è segno della validità - e lo ripeto, con tutti i suoi limiti - dell'operazione, ennesima dimostrazione di quanto sia vivo il Cinema australiano, pronto a sfruttare anche gli spazi sconfinati di cui dispone per Natura uno dei Paesi più incredibili e meravigliosi del mondo.
Se, a questo tipo di cornice, si aggiungono elementi come il rapporto tra James e Rose - forse, a dispetto dell'età, la più matura, in quanto a reazioni ed approccio, dell'intera opera - pronto a ricordare al sottoscritto cose come The last of us o, più semplicemente, il rapporto che si crea tra un genitore - anche se, in questo caso, parliamo in senso figurato - ed un figlio, tutto torna, finendo per permettere ad un puro intrattenimento di suscitare anche emozioni più profonde di quanto non si potesse pensare.
Certo, quel finale ricorderà forse più il disastroso Pompei che non il meraviglioso Take Shelter, ma considerate le premesse, i mezzi e la resa - quantomeno emotiva - finale, direi che queste non sono certo le "ultime ore" di Zak Hilditch.



MrFord



"Cause you had a bad day
you're taking one down
you sing a sad song just to turn it around
you say you don't know
you tell me don't lie
you work at a smile and you go for a ride
you had a bad day
the camera don't lie
you're coming back down and you really don't mind
you had a bad day
you had a bad day."
Daniel Powter - "Bad day" - 



19 commenti:

  1. Io un paio di idee su come passerei le mie ultime ore di vita ce l'ho...ma facciamo finta che sono una brava ragazza e quindi me le terrò per me XD
    Farò presente il titolo a chi di dovere,sembra interessante anche se da quel che scrivi mi sa che non mi piacerà come finisce :P

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    1. Finisce come, in fondo, finiremo un pò tutti. Quindi non c'è troppo da rimanere sconvolti! ;)

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    2. Sconvolta?Figurati,ci vuole altro.
      Ma con l'amaro in bocca,probabilmente sì.

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    3. Finalmente recuperato,niente male davvero.
      E sul "sopra le righe" della scena finale,ti dirò,ci sta tutto.
      Stiamo per morire,chi se ne fotte di misurare le parole o i sentimenti!
      Dopo che magari lui ha fatto lo stitico con le une e gli altri...(voi maschietti siete sempre tirchi in merito!)

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    4. Ahahaha noi siamo sempre un pò tirchi, sui sentimenti! Comunque il film è un buon intrattenimento.

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  2. è in lista.
    tutti i film catastrofici non me li faccio mancare.
    stasera mi ammazzo con Transformers 3

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  3. Ho pianto come se non avessi un domani, giuro. Mi ha toccata più questo che La teoria del tutto.
    Detto questo, non l'ho trovato nemmeno tanto tagliato con l'accetta o recitato da cani, anzi... sarà che Nathan Phillips è stato accolto nella parte australiana del mio cuoricino fin dai tempi, appunto, di Wolf Creek!

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    1. Io l'ho trovato un giocattolone e non mi sono particolarmente emozionato, ma senza dubbio è molto più godibile ed empatico con il pubblico che La teoria del tutto, che è davvero loffio! ;)

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    2. A me ha fatto il groppone quando lui va via e la bimba corre dietro all'auto e lo saluta :'(

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    3. Beh, quello è l'effetto bimbi! :)

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    4. Io soffro molto di più l'effetto bestiole, di solito ;)

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    5. Ahahaha beh, c'è sempre una prima volta! :)

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  4. ho visto the wolf of wall street.
    Dovremo parlarne con calma davanti ad una bottiglia di rosso, comunque in sintesi trovo che sia un film molto ben fatto ma onestamente mi sconvolge che tu l'abbia decretato miglior film dell'anno.

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    1. Se dovessi passare da Milano ne parleremo davanti ad una bottiglia di whisky, così ti spiego il mio punto di vista rispetto alla grandiosità di quel film! ;)

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  5. Pensavo ti avrebbe entusiasmato di più.
    D'altra parte sei un appassionato sia di Australia che di recitazione da cani ahahahh :D

    Sul film comunque sono abbastanza d'accordo. Niente di fenomenale, però tutto sommato non è nemmeno malaccio.
    Ci vediamo alla fine del mondo, Ford, o meglio ancora all'inferno! :D

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    1. Sicuramente mi ha entusiasmato più dei tuoi filmetti liberal da radical! ;)

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