sabato 8 gennaio 2011

Triangle

Questa volta, la notte di sonno non è servita, come nel caso di Kynodontas.
Nonostante le premesse ottime, alcune buone idee e recensioni più che positive in rete, l'ultimo lavoro di Christopher Smith risulta, a conti fatti, niente più di un gioco poco giustificato celato da una tensione sempre viva - questo occorre ammetterlo - e da un'apparentemente acutissima sceneggiatura fatta di illusioni e giochi ad incastro.
Effettivamente, avrei dovuto dare ascolto all'istinto, quando la memoria, dal regista, è passata subito al pessimo Severance, che vidi - purtroppo per me e il mio portafogli - in sala ai tempi dell'uscita, fortunatamente stonato da qualche mojito di troppo nel corso dell'aperitivo che aveva preceduto la visione: eppure, un pò per Kekkoz  e un pò perchè nel Cinema le seconde possibilità possono sempre rivelare sorprese - a volte anche le terze, Aronofsky docet -, non ho esitato neppure un istante, e ammetto di essere rimasto incuriosito da una prima parte che, se non brillante per originalità, richiamava alla memoria il misterioso fenomeno atmosferico all'origine della trama di Radiazione BX: distruzione uomo - un vero Capolavorone che tutti dovrebbero vedere almeno una volta - e riusciva ad inquietare anche con effetti e mezzi limitati, giocando principalmente sulla suggestione.
Al primo incastro, inoltre, ammetto di essere rimasto sorpreso dalla piega che la pellicola avrebbe potuto prendere, complici il tema del doppio, una sorta di versione horror dell'indimenticabile Groundhog day con Bill Murray e il labirinto mentale della protagonista che  ha immediatamente riportato alla mente i sogni concatenati di Inception: con la seconda svolta - o nuovo inizio -, l'impressione di un legame stretto con il filmone targato Nolan si è fatta più forte, stuzzicando la mia mente ed alimentando la speranza che la risoluzione della trama potesse portare ad un colpo di genio tale da permettermi di trovare, finalmente, un horror recente di alto profilo da affiancare a The descent e La casa del diavolo.
Speranza completamente disattesa.
Il climax finale - più una progressiva accelerazione di eventi già vissuti e rivissuti, e di nuovo torna il paragone con l'epopea scanzonata e malinconica del già citato Bill Murray -, per quanto a tratti tirato e spettacolare - l'incidente è davvero notevole, anche se non il migliore passato sullo schermo - complica la logica dell'intera trama, andando ad inficiare inesorabilmente la teoria alle spalle del gioco di specchi imbastito dal regista: quando i sogni, o le vite, si incastrano e si ripetono apparentemente all'infinito, lo stesso inizio non può essere privo della coscienza di ciò che accadrà dopo.
In qualche modo, è come costringere lo spettatore a credere di stare girando in tondo da sempre anche quando la partenza è avvenuta su una linea retta.
Non solo si ha la sensazione, a questo punto, di una fastidiosa supponenza dell'autore, ma anche di aver perso tempo dietro ad un illusione che non è neppure un vero e proprio - e di nuovo Nolan - gioco di prestigio.
Osservare la trottola di Cobb e decidere se quella che stiamo osservando è realtà o sogno è una cosa, essere catapultati nel delirio ingiustificato di Jess, seguirla nella sua fuga da se stessa e dalla realtà di morte in cui è intrappolata e scoprire di non avere scelta, ma di dover accettare le cose per come sono state imposte dal regista come una sorta di gigantesca divinità dell'ego, per dirla come il Bardo, rompe un pò i coglioni.
Meglio, dunque, un divertissement come Frozen, pane e salame senza particolari pretese, che un thriller ad effetto forzato come questo.

MrFord

"I don't like you, dont' compromise,
shattered by your weakness,
shattered by your smile,
and I'm not very fond of you, and your lies."
Cranberries - "Shattered" -

2 commenti:

  1. a me è piaciuto parecchio. l'unico difetto è che è un po' troppo ispirato allo spagnolo timecrimes nell'intreccio temporale

    come ammetti anche tu ha una tensione costante. e in fondo non è questo il requisito principale per un buon thriller horror?

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  2. Cannibale, tensione costante, è vero.
    Ma sinceramente mi sono sentito un pò preso in giro, soprattutto dal finale.
    Non mi puoi piazzare una scena ottima come quella dei mucchi di cadaveri della stessa persona e poi presumere che io non mi chieda perchè Jess, all'inizio del film, non si ricordi di aver già vissuto il tutto!
    Gran bottigliate! :)

    RispondiElimina

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