venerdì 22 ottobre 2010

Robin hood

Devo dare atto a Ridley Scott del fatto che, nonostante l'inevitabile flessione avuta dalla sua carriera - del resto, quando parti con la sequenza I duellanti/Alien/Blade runner è difficile riuscire a mantenere uno standard sempre così elevato -, questo inconsueto regista è sempre riuscito a stupirmi, ad ogni visione di un suo lavoro.
Perchè inconsueto, vi chiederete? 
In fondo stiamo parlando dell'autore di Black hawn down ed Un'ottima annata.
Proprio per questo, dico io.
Ridley Scott, che si può amare o detestare, è attualmente uno dei registi più eclettici del panorama internazionale, tanto da farmi scomodare, in tal senso, anche il mio personale mito e mostro sacro Clint, se non per l'eccellenza nei risultati, quantomeno per il coraggio mostrato nel cimentarsi in generi completamente diversi fra loro.
Ma veniamo a Robin hood.
Presentato a Cannes e seguito da un dibattito che vide sia il pubblico che la critica sostanzialmente spaccati in due fra chi lo osannava e chi invocava pietà, la pellicola che, a tutti gli effetti, doveva essere una sorta di nuovo Gladiatore con il suddetto c'entra davvero poco se non per il suo attore protagonista: ci sono Braveheart, Il signore degli anelli, Hero, Salvate il soldato Ryan, La leggenda di Robin hood - quello con Flynn, per intenderci -, perfino qualcosa del già citato Black hawk down, ma poche tracce di Massimo, se non nel rapporto conflittuale a distanza fra Longstride ed il geloso e nevrotico Giovanni, che se dovesse effettivamente essere realizzato un sequel potrebbe davvero ambire al trono  lasciato vacante da Joaquin Phoenix e dal suo Commodo.
Gli intermezzi dedicati agli orfani di Sherwood, inoltre - che richiamano Mongol e devono qualcosa anche al nuovo horror spagnolo in stile The orphanage -, aggiunti al rapporto "perduto" più che con il suo stesso padre con i due uomini che l'hanno salvato - ottimo Von Sydow - arricchiscono lo spessore di una pellicola che da il suo meglio, paradossalmente, nella parte centrale, quando all'azione è preferito l'intrigo da una parte - Mark Strong/Godfrey, che dopo Sherlock Holmes da un'altra ottima prova da "cattivo" - ed ironia e "contemplazione" dall'altra, come fu per I sette samurai di Kurosawa, che al furore della battaglia antepone una lunga parte bucolica che porta nel cuore dello spettatore ognuno dei protagonisti.
Ovviamente il lavoro di Scott non è o sarà mai paragonabile all'immensità dell'opera di Kurosawa, eppure devo ammettere che questo Robin hood sporco e cattivo, opportunista e spiccio, eppure padre - con gli orfani -, leader - con i compagni -, marito - con Marion - e figlio - con Walter -, mi ha proprio conquistato, permettendomi di gustare due ore e mezza di Cinema d'avventura di una volta - tematica quanto mai d'attualità, in questi ultimi post - senza annoiarmi un secondo, permettendomi addirittura di perdonare al vecchio Ridley anche qualche esibizionismo di troppo - la battaglia conclusiva ha qualche eccesso in retorica da blockbuster, senza dubbio -.
In tutto questo, la tecnica e la confezione sono indiscutibilmente frutto di un grande mestiere, così come la sceneggiatura di Brian Helgeland, che si destreggia abilmente su più linee narrative non così semplici come sembrerebbero da gestire: onestamente ammetto di essere effettivamente curioso di come potrebbe essere gestito un eventuale secondo capitolo, magari incentrato sullo spirito "comunitario" di Robin e degli uomini di Sherwood, foresta spettrale e magica, in cui ci si può perdere o trovare una famiglia.
"Per ogni inglese la propria casa è un castello", dichiara Longstride a Re Giovanni.
"Ribellarsi ancora, e ancora, fino a quando gli agnelli diverranno leoni", scolpì suo padre nella pietra.
Viene da ripensare a Jean Dominique, che portava la sua voce e la sua radio al popolo di Haiti raccontando di altri uomini oppressi che insorgevano contro i regimi: ma è un'altra storia, questa.
O forse no.
Intanto, mi godo Robin hood, e le sue frecce tirate contro il potere.


MrFord


"Il signor Hood era un galantuomo,
sempre ispirato dal sole,
con due pistole caricate a salve 
ed un canestro di parole."
Francesco DeGregori - "Il signor Hood" -

17 commenti:

  1. un altro che ha apprezzato il film oltre a me!bella recensione complimenti!il film ha certamente dei difetti ma vale assolutamente la pena!qui c'è la mia:


    http://firstimpressions86.blogspot.com/2010/06/lultima-fatica-di-ridley-scott-sembrava.html

    attendo una tua opinione!

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  2. non ancora visto
    però boh, ridley scott non mi ha mai entusiasmato

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  3. Alesya: grazie! Appena ho un minuto vado a leggere la tua recensione e commento!

    Cannibale: sei davvero incorreggibile! Mi stai dicendo che neanche i primi tre suoi film ti sono piaciuti!? Guarda che impiego un secondo a mettere mano alle bottiglie!

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  4. Io adoro le tue recensioni! Russell Crowe è uno dei miei attori preferiti, ma ancora non ho visto Robin Hood D:

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  5. E a me che pareva 'na strunzata...
    Cioè, mi sembrava il solito trito e ritrito.
    E avrei preferito, come avevo letto tempo fa, che il film si focalizzasse maggiormente sullo sceriffo -che avevo letto, sempre tempo fa, sarebbe stato interpretato da Crowe-
    Mi sembrava fico.
    Ma anche così lo sembra.

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  6. Francoise: muchas gracias! Spero di continuare a scriverne così, allora! Grande Russell, è buzzicone, ruvido e casinista come piacciono a me!

    Dembo: non è una miniera di originalità, ma è pur sempre il buon vecchio film d'avventura ben fatto e confezionato che coinvolge e diverte. Bene così. Peccato per quel progetto di Crowe in doppia parte sceriffo/Robin, ma alla fine anche rimanendo sul "classico" quel diavolaccio di Scott se l'è cavata comunque.
    Pregusto già la serata che ci attende. Tu sei pronto?

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  7. Tsè, che domande.
    Certo che NON lo sono.
    Nessuno è pronto per una serata con te.
    Ma io ci provo, sia chiaro.
    Mai mollare.

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  8. Ah, ho visto The host.
    Bello bello!
    Cazzo quando il mostro corre sulla banchina verso la gente, ammetto di aver sentito i peli del collo alzarsi.
    Come Hap.

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  9. Si bel film, niente da dire, onestamente quando sono andato a vederlo avevo un po' di pregiudizi. Quello della Disney è imbattibile.
    Solo una volta finito tutto quanto, tornato a casa e realizzato per bene cosa avessi appena visto ho potuto apprezzare appieno. L'unica nota dolente? Durante il bacio tra Lady Marion e Robin in sala è scoppiato uno scioccante e sconvolgente applauso.
    Ancora ho gli incubi.

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  10. Dembo: ti ho mandato una mail sulle soluzioni per la serata, attendo tue notizie. Il mostro di The host è uno dei migliori degli ultimi anni, sicuro!
    Che bella quella sensazione di comunanza con Hap!

    Pesa: quello Disney l'avrò visto mille volte, bellissimo! Ammetto però che rispetto alle mie aspettative questo l'ho trovato davvero piacevole, simile ai vecchi film d'avventura degli anni d'oro dei grandi Studios. Condivido appieno gli incubi per il bacio, uno dei peggiori che abbia mai visto.

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  11. Continuo a pensare che Russel Crowe sia un salsicciotto che non si lava.
    Sex symbol?
    Where?

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  12. Forza salsicciotto! A me continua ad essere simpatico, in barba anche all'interista!

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  13. mi dispiace ma questo Scott non lo doveva fare! Cioè cazzo da uno che mi fa quei primi tre film mi posso anche aspettare una leggera flessione ma questo non l'ho proprio sopportato. E poi Russell nelle vesti da Hood proprio non ce lo vedo, aveva già fatto la sua bellissima figura nel Gladiatore, poteva benissimo farne a meno. Era meglio quando coltivava vino in Francia...

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  14. ah dimenticavo grande foto del profilo ford!
    quante sbronze con il comfort ;)

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  15. Ti assicuro, se non l'hai visto, Lorant, che è meglio di quanto non sembri.
    Il buon vecchio Crowe, invece, a me sta sempre simpatico, specie quanto è brutto, sporco e cattivo: secondo me anche lui si sbronza con il Southern!

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  16. l'ho visto e non mi ha entusiasmato..peccato!
    viva il southern sempre e comunque!

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  17. Lorant: viva Southern! Senza se e senza ma!

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