martedì 18 maggio 2010

Volti

E' ora di sfatare il dominio recente della lettera "C", tornando alla fine dell'alfabetico per un titolo che, considerati i miei non sempre lusinghieri riferimenti, vi aspetterete che demolisca in barba a tutto il cinema d'autore.
E invece no, cari ragazzi.
Volti di John Cassavetes - ebbene sì, proprio lui, secondo solo a Godard in bocca a chi se la mena tanto di Cinema - è un ottimo film.
Non all'altezza di Ombre - se vogliamo parlare d'immediatezza -, di Assassinio di un allibratore cinese - sviluppo della trama e dei personaggi - o de La sera della prima - come opera in toto -, ma ad ogni modo, e senza dubbio, gran cinema che ha dato origine a una vera e propria mitologia dell'autorialità e "indipendenza" statunitense - Solontz e Paul Thomas Anderson ringraziano -.
Certo, ora mi direte: bella roba, praticamente ha detto che questo è inferiore a tutti i suoi film più importanti, che lo guardiamo a fare!?
E incalzerete: dice dice contro i radical chic del cinema, e poi parte con una sviolinata sull'autorialità ed i suoi alfieri, bel modo di contraddirsi!
Ma il fatto è che da queste parti si ama il buon Cinema, sia esso figlio di grandi produzioni o di autori sconosciuti, vincitore di tutti i premi Oscar o del Gran Prix di Cannes.
E Volti appartiene senza dubbio alla categoria: anche perchè, in due ore piene, riuscire a catturare - e conservare - l'attenzione dello spettatore - specie se prevenuto come il sottoscritto in materia di presunto cinema d'autore - è un'impresa non da poco, in particolare se si ha tra le mani una sorta di "non trama" giocata principalmente su dialoghi tendenzialmente irritanti alla base di un rapporto di coppia allo sbando.
Cassavetes, sfruttando la sua capacità d'improvvisazione quasi jazzistica dietro la macchina da presa e una raffica di parole - ammetto che tutte le parti dedicate agli scioglilingua sono davvero da antologia - ipnotizza lo spettatore riuscendo a trasmettere tutta la passione - seppur traboccante di quello snobismo intellettuale che non sopporto - che il regista ed attore doveva provare per il Cinema.
Certo, Volti - come tutta l'opera del buon John - non è roba da approcciare a cuor leggero, e va raggiunta e gustata dopo essersi abituati un pò, come di solito accade con tutte le cose che prevedono, appunto, il gusto e la sua progressiva esperienza: quante persone che conoscete hanno iniziato a bere rum facendosi uno Zacapa, del resto!?
Quando si inizia, si parte dal Pampero, se va bene.
Tutto il resto è la strada che distingue la passione di una vita da una sbandata del momento.
E anche il giorno dopo, l'effetto dell'hangover è molto diverso.
Provate Volti - e Cassavetes - con cautela, vi dico.
Ma una volta fatto, non potrete non accorgervi di quanto il "day after" sarà diverso, rispetto a un sacco di schifezze da straccio in bocca.

"I'm gettin' drunk all night,
oh, I'm gettin' drunk all day."
MrFord

1 commento:

  1. Ma i cocktail da sfigata non li citi mai?

    VIVA IL DAIQUIRI! (come sono poco strong!)
    VIVA IL LIME! (come sono poco controllata!)
    VIVA LA SAMBUCA! (come sono moooolto capodanno!)

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